102 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI sottoposti alla república veneta. Ma v’erafra i membri di quella congrega un lai Landrieux, capo dello stalo maggiore della cavalleria francese, il quale vuoisi che fosse un secreto emissario degli inquisitori di stato di Venezia. Onde avvenne che, scelto come capo di quei tentativi di turbolenze, fece sapere ad Oltolini, podestà di Bergamo, che aveva cose importantissime da rivelargli, le quali interessavano d’assai la salute della veneta república; gli mandasse, quindi, un uomo fidato e sicuro, a cui potesse far tutto palese. Venne scelto al geloso incarico il secretario Stefani, il quale, dalla bocca stessa del Landrieux, venne a sapere come, se fra un mese non si fosse conchiusa la pace coll’ Austria, non vi sarebbe stato più modo di venire a conciliazione con Bonaparle, poiché egli, anche nella sua sterminala ambizione, aveva già concepito il pensiero di rendersi signore di tutta quanta l’Italia. Conosciuti, quindi, i nomi, le forze e i disegni dei congiurali, se ne tornò toslo a Bergamo, perchè non c’era tempo da perdere, dovendo quei trambusti scoppiare fra nove o dieci giorni. Quivi, il tutto palesalo ad Ottolini, si decise di scrivere immediatamente al proveditore straordinario in Brescia, essendo i primi tentativi destinali appunto in quella provincia. Ma i congiurali, temendo forse di essere prevenuti, anticiparono di qualche giorno l’esecuzione della loro impresa, e così non lasciarono agli altri il tempo di impedirla. Si noti che Lefevre, comandante per la Francia in Bergamo, aveva intercette ed aperte le lettere, con le quali Oltolini accompagnava agli inquisitori di stalo la nota dei congiurali. La mattina del 12 marzo 1797 deslossi in Bergamo