CAPITOLO XII. 4Ì59 publicasse un proclama per annunciare al popolo l’in-sliluzione di un governo democratica e la scelta de’suoi rappresentanti ; si bruciassero le insegne dell’antico governo ai piedi dell’albera della libertà; amnistia generale per tutte le opinioni e delitti politici; libertà di stampa con divieto di sparlare delle persone o degli atti del governo precedente; ammissione nella città a quattro mila Francesi, perché fosse loro affidata la guardia dell’arsenale, di Chioggia, del forte di Sant’Andrea e di altre isole circostanti; soppressione del blocco; richiamo della flotta veneta, da sottoporsi agli ordini del generale francese; municipalità provvisoria sotto la presidenza di Manin e di .Andrea Spada; richiamo del ministro a Parigi, per sostituirvi Tomaso Caligini; garanzia della banca e della zecca a carico della nazione; diritto al generale Bonaparte di provedere, con ogni mezzo, nel trattato di pace, agli interessi dell’armata e della república francese; promessa d’interporsi presso il generale in favore degli inquisitori di stalo, a patio che d’ora innanzi fosse lecito a qualsiasi cittadino di comunicare col corpo diplomatico ; e finalmente, ingiunzione di non ammettere nel nuovo corpo municipale gli exnobili, se non per un terzo, e scelti fra più distinti patrioti. Era ben strano questo modo di imporre ad un governo, non solo di cambiare forma politica, ma benanco le persone, dalle quali dovevasi lasciare' comandare all’ interno e rappresentare all’estero. Eppure era tanto lo sgomento ond’erano sopraffatti gli animi dei senatori, che quelle proposte vennero messe in discussione. Ed avendo scritto in quel mentre Nicolò Morosini, incaricato di sopran-