CAPITOLO I. 55 gloria, se fosse sialo principe secolare, e se, più che al bene dell’ Italia, non avesse sempre avuto di mira Pingrandimenlo temporale della Chiesa. Cardinale, aveva chiamato i Francesi a Napoli; poi, fatto papa, chiamò Francesi e Tedeschi contro Venezia: ed il suo nome passò glorioso e caro nelle memorie italiane, per il solo magnanimo proposito, che aveva tante volte mostralo, di cacciare i barbari dall'Italia. Ond’ è che, se ebbe entusiastici panegiristi, non gli mancarono nemmanco furenti detrattori, come, fra gli altri, il Laugier (1), il quale ebbe a dire persino che degli eroi egli non ebbe che i vizi, dei sovrani che il fasto, dei politici che la doppiezza; aggiungendo che il di lui nome dev’ essere posto tra quelli dei tristi, cui non si deve altro che odio e disprezzo. — Noi, certo, non possiamo approvare così strano giudizio; ma nè anche possiam fare eco al voto di quell’illustre scrittore piemontese, il quale, non molti mesi or sono, ebbe ad esclamare : Oh, così ce ne fossero di questi papi ! — Sì, così ce ne fossero, se egli si fosse mostrato sincero o coerente al nobile proposito di sterminare gli stranieri dall’Italia; ma, quando si pensa che egli, non per il bene della patria comune, ma nella vista de’suoi particolari interessi, chiamò più volte nel nostro bel paese Svizzeri, Francesi, Spagnuoli, Tedeschi ed Inglesi, oh, allora ci sentiamo spinti a gridare anche noi, alla nostra volta, guai, se ancora ce ne fossero di questi papi! (1) Istoria Veneziana, Uh. 52.