152 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI danno che abbiamo da loro ricevuto, e sarebbesi riputata grandissima viltà di tutte le vostre galere, trovandosi in più numero e più vantaggiale, a non avere noi vendicalo quell’oltraggio; perchè questo caso sarà grandissima cagione ai Genovesi di non aver tant’orgoglio in rubare in ogni luogo, e dispregiando come facevano per ogni giorno quelli; e per forma avendo provato l’animo e l’ardir nostro, si guarderanno a non prendere guerra alcuna così leggiermente contra di noi ; ma sempre saranno contenti di star cheti a ragione. 1 prigioni, di cui debbesi far menzione a vostra serenità, primo sono tra patroni cioè, messer Pietro, messer Cosmo dei Grimaldi, messer Lio-nardo Sauli, e messer Cassano Doria; e questo andava consigliere nelle parti di levante, e altre genti da non farne conto. Ma d’uomini da remo e da pie’, da quattrocento in su. Dei Francesi, molti presi, ma i notabili, messer Giovanni di Castelmorante, messer Luigi di Normandia, con altri plusieurs suoi cavalieri.—Data a dì 9 ottobre 1405, in Modone. — Carlo Zeno, procuratore capitano. » Non ci siam fatto scrupolo a lasciare ch’egli stesso il nostro eroe narrasse per disteso il modo con cui ha saputo compiere una sì difficile impresa, perchè vedesse il lettore come anch’egli al pari di altri valenti capitani, al pari di Cesare e di Napoleone, col genio di saper bravamente compiere, i fatti gloriosi, possedesse anche l’arte di saperli vagamento narrare. Niuno potè mai dire che fosse men vera la narrazione lasciataci dallo Zeno intorno all’esito di quella memoranda giornata. Solo noi ci troviamo in debito di aggiungere quanto egli ha omesso, perchè non fosse detto che in lui la modestia non era pari al valore, ed è che ha