CAPITOLO XII. 5«9 l’assaltarci pericolo. Nella quale disquisizione, tanto mi pare il discorso facile e la via che dobbiam seguire spedila, che il sentire diversamente da me fia piuttosto semplicità da secol d’oro, che prudenza in un secolo scapestrato. Per verità, di che ora si tratta ? Forse di provocare, forse di assaltare, forse di trarre ad inopportuna e pericolosa guerra questo felicissimo dominio? Non già: ma solo d'impedire che provocali, che assaltati non siamo, solo appunto di allontanare dalle torre nostre la guerra, e. con lei le ingiurie, le ruberie e le uccisioni che l’accompagnano ; conciossiachè, come l’aqua allaga i luoghi bassi, così la guerra allaga i luoghi inermi, ed il migliore strumento di pace, in mezzo all’armi mosse, sono appunto le armi. Ciò mostrano e la natura umana, più pronta sempre ad ingiuriare che a rispettare, ciò la esperienza dei secoli, ciò nazioni distrutte, perchè, trascurata la forza, sulla fede unicamente si appoggiarono. E, senza riandare i secoli antichi, vi muovano i freschi esempi. Non vi ricorda ancora, ed ancora non udite i pianti e le querele dei sudditi straziali dai barbari nella fatai guerra che arse l’Europa, sul principiar di questo secolo, per la successione di Spagna, fra queste medesime nazioni che ora combattono sì ferocemente fra di Toro? Allora la república fu lacerata, perchè inerme; allora i sudditi ricevettero molestie infinite, perchè la república, con imprudentissimo consiglio, aveva mancalo loro della necessaria tutela dclTarmi. Ammaestralo da sì crudele esempio, ii senato armossi nella guerra che venne dopo, e lo stato fu preservato salvo. Ora, credete voi che la rabbia fra chi comballe sia minore adesso che cento anni sono, o che l’eHicacia ST. DEL CONS. DEI DIECI—Voi. II. 47