CAPITOLO XII. 471 liberta. Niuno parlò in cospetto del popolò: tacitamente si raccolsero i voli; e i voli furono per la libertà. Tosto si nominarono dei deputati, perchè si recassero a Parigi a farli noli al Direttorio, e ne implorassero il permesso di armarsi, per difendere quanto avevano di più caro al mondo, la libertà. Ma, quegli elelli del popolo, vennero arrestali a mezzo il cammino, per ordine di Bona-parle! La ruina di Venezia era decisa nella mente di costui, e doveva compirsi. A tal uopo, venne affidata a Serrurier la suprema autorità dello stalo, onde potesse poi farne la turpissima consegna. Ed incominciò la triste opera collo spogliare i puldici magazzini del sale e del pane, derubare l'arsenale, infrangerne le bellissime statue, allontanare le navi grosse ed affondarne le minori. Più non ci regge il cuore di continuare in questa straziante narrazione. Finiamola in breve. Il 28 gennaio 1798, i Francesi uscirono da Venezia, e nell’i-stesso giorno vi capitarono gli Austriaci. 1 quali, seguendo la loro sospettosa e crudele natura, prima d’ogni altra cosa, pensarono a ristabilire T inquisizione di sialo col titolo di tribunale d'alla polizia: ed a tale officio vennero scelti uomini che, col solo nome, hanno fatto agghiacciare il sangue nelle vene ai miseri cittadini, i quali, da tale scelta pur troppo ebbero ad argomentare quale sciagurato avvenire loro fosse destinalo. Quel Pesaro che or dianzi era fuggito dalla sua patria per recarsi in Isvizzera in cerca di libertà, fu vislo tornare in qualità di commissario imperiale ! Tosto vennero da lui invitati tulli gli impiegali a prestare giuramento di fedeltà all'abbor-rito padrone, e quando l’ex-doge Manin si presentò per