498 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI bile fornita Venezia di un buon battello a vapore di forte portata, e ciò sia per aumento delle sue forze navali, come per le comunicazioni postali, giacché i tre piccoli vapori che ora possiede Venezia, dai quali nessuno è di una forza superiore a 25 cavalli, non possono affrontare il mare grosso che dura quasi sempre nell’in-verno. Fuorché di animi generosi, di coraggio, di valore, in Venezia, o signori, v’è penuria di tutto. Mancano vestimenti invernali, coperte di lana, biancheria e varii altri effetti 5 v’è una parte di popolazione alla quale mancano affatto le solile sorgenti di guadagno, e quindi il necessario sostentamento; vi son feriti ; vi son prigionieri da mantenere e non da consegnare; gli ospitali lutti traboccano di ammalali, e dove non può arrivare la carità privata, deve pure pensare il governo. Signori, infine, io non conosco migliore ragionamento. Se questa ¡(alia la volete libera e salva ad ogni costo, date alla bisognosa Venezia pronti ed efficaci soccorsi. Si verrà opponendo, lo vedo, a tulle queste proposte, e la condizione attuale del paese e lo slato delle nostre finanze; ma rispondo francamente in poche parole, che in tempi di rivoluzione si deve e si può trovare quanto è mestieri, che davanti agli estremi bisogni della patria si debbon lasciare e scrupoli e riguardi per procedere anche per vie straordinarie; che in questi stati esistono ancora molte fonti per risi aura re le impoverite finanze, anche senza troppo sconcertare le piccole fortune. Tutto sta nella fermezza, nel criterio di apprezzarle e di adoperarne; conviene fare appello al popolo non con vuole parole, ma anche coi falli improntali del più puro ed energico palriolismo, colle quali solo s’inspira l’indi