6 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI gione, all’arrivo di tanta gente nemica, fu presa da fatale sgomento e costernazione. Il duca si trovò, quindi, costretto ad invocare soccorso dai Francesi? poiché i Veneziani avevan portato guerra ai loro fratelli non meritavano di vincere,-e non vinsero.—Grosse batterie, piantate sulle dighe del fiume nella notte dal 20 al 21 dicembre 1509, fecero orribil fuoco sulla flotta della repubblica, che ne venne quasi interamente distrutta. Più di duemila Veneti perirono in quello scontro; ed a stento l’istesso Trevisani potè salvare la vita colla fuga, lasciando tutta la sua flotta in mano del nemico. Per cui, il Consigliò dei X, uso, come più volte abbiam visto, a non lasciar trascorrere impuniti nè anche gli involontarii disastri, condannò l’ammiraglio, che pur s’ era recato a quell’ impresa mal suo grado, a tre anni d’esilio. Per giunta d’infortunio, era morto, intorno a quei tempi, il tanto benemerito conte Pi-tigliano. Ma, se non molto a seconda procedevano le cose pei Veneziani, gran fatto a congratularsi non aveva nè anche l’imperatore; mentre, e ci sia lecito il confessare che, nel raccontarlo, ne proviamola più profonda compiacenza, dopo le sconfitte di Padova e di Piacenza er,a talmente pungolato dalle esauste finanze, che fu costretto offrire al re di Francia i forti di Verona, che eran gli ultipii suoi possedimenti in Italia, per garantirgli un prestito di circa 60,000 ducali. Così, la ruina dell’uno tornava in favore dell’altro, e, per tal modo, la Francia riesci va ad avere del gran ben di Dio in Italia. Ben a ragione se ne sgomentò, quindi, quel papa Giulio che aveva deliberalo di compiere la più gloriosa