466 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI la sua firma; c pure, viaggiando per le venete provincie, e dovunque ansiosamente interrogato quale destino fosse loro riservato, egli sfrontatamente rispondeva di non avere, nè per conto proprio, nè per quello di Francia, alcun diritto sopra di esso. Solo quando fu giunto a Verona, messo alle strette dal presidente del governo, si lasciò sfuggire che quella cilla era già ceduta agli Austriaci. Alla quale atroce notizia, il pover uomo, più non potendosi contenere, proruppe in questo amaro lamento: «E perchè non lasciarci piuttosto sotto i Veneziani? Perchè, dopo tante promesse, venderci all’Austria?» — Al quale tanto meritalo rimprovero rispose altero il Bonaparle: ebbene, difendetevi. Ma il presidente con gagliarda voce replicava: vattene, traditore: rendici le armi che ci hai tolte, e vedrai se sapremo difenderci. La nuova di quel perfido trattalo gettò anche Venezia in una terribile costernazione. Giurarono molli, e pro-leslaron tutti di volere o la democrazia o la morte. Ma intanto i Francesi che ancora trovavansi colà si diedero frettolosi a distruggere il bucintoro, a sperperare le pro-vigioni dell’arsenale, e ad impadronirsi della marina, onde non avesse più agio a difendersi. Convien dire però, in ossequio del vero, che molle voci levaronsi nell'assemblea legislativa di Francia, contro quel turpe merline tiglio, qui partira du Tyrol, traversera le lac de Garde, ensuite l’Adige, suivra la rive gauche de ce fi. uve jusqu’à Porto-Lcgìiago, et viendra joindre la rive gauche du Pò, qu'elle suivra jusqu’à la nier. « Art. 8.e La république cisalpine comprenderà la ci-devant Lombardie autrichienne, le Bergamasque, le Brcscian, le Cicmasque, la ville et forteresse de Mantoue, le Muntouan, Peschiera, la partie des états ci-devant vénitiens à l’ouest et au sud de la ligne désignée dans l’art. 6 ».