508 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI in latino—Ragioni per erodere autentico il codice del Franceschi — Necessità che i processi siano publici — I Ciceroni ed i Martiri — Qual fede meritino gli articoli dei giornali tedeschi sulle cose d’Italia — I pozzi — Parole del Sismondi. Le circostanze politiche nelle quali, per sì lunga serie d’anni, trovossi l’Italia nostra, avendo tolto agli scrittori ogni facoltà di toccare , le cose presenti , li hanno spinti a rivolgere i loro studi per entro le regioni del passato, ed a fare od a rifare le nostre istorie. Che se vi fu taluno il quale ebbe l’ardire di assumersi il vanitoso proposito di descrivere a fondo l’istoria di tutti i tempi e di tutti i paesi, per riescire, com’era ben da aspettarsi, a comporre una vera enciclopedia di spropositi, altri eziandio vi furono, i quali, con più modesto e ragionevole consiglio circoscrivendo le loro ricerche ad un periodo determinato, vi recarono tanto lume di dottrina e tanta sapienza di critica, da lasciare veramente più nulla a desiderare. Fra questi, va sicuramente nominato tra i primi il milanese A. Bianchi-Gio-vini (1), il quale prese ad esaminare gli Statuti dell’inquisizione di Stato, da noi esposti, che il Daru diede così ingenuamente per autentici; e seppe trovare argomenti tanto luminosi per mostrarne l’erroneità che a ' noi null’allro resta a fare di meglio che pigliarci per guida Fistesso illustre critico. (1) Il Giovini fece le sue primo armi nell’arringo istorieo colla Vita di fra Paolo Sarpi. Continuò, quindi, coll’istoria degli Ebrei, cogli Studi critici sull’Enciclopedia del Cantv , c con altri importantissimi lavori d’istorica erudizione.