508 STORIA DEL CONSIGLIO DE! DIECI maggiori, quanto più ci commovono, tanto più è proprio ufficio della prudenza, moderare lo sdegno giusto con la maturità del giudicio e con la considerazione dell’utilità e interesse publico ; perchè il temperar sè medesimo e vincere le proprie cupidità ha tanto più laude quanto è più raro il saperlo fare, e quanto sono più giuste le ragioni, dalle quali è concitato lo sdegno e Tappetilo degli uomini. Però appartiene a questo Senato, il quale appresso a tutte le nazioni ha nome sì chiaro di sapienza e che prossimamente ha fatto professione di liberatore (VItalia dai Franzesi, proporsi innanzi agli ocelli l’infamia che gli risulterà se ora sarà cagione di farvègli ritornare, e molto più il pericolo che del continuo ci sarà imminente, se il ducalo di Milano perverrà in potere del re di Francia. 11 quale pericolo, chi non considera da se stesso, si riduca in memoria quanto terrore ci dette 1’ acquisto che fece il re Carlo di Napoli, dal quale non ci riputammo mai sicuri, se non quando fummo congiurati contro a lui con quasi tutti i principi cristiani: e, nondimeno, che comparazione dall’uno pericolo all’altro? Perchè quel re, privato di quasi tutte le virtù regie, era principe quasi ridicolo, e il regno di Napoli, tanto lontano dalla Francia, teneva in modo divise le forze sue, che quasi indeboliva, più clic accresceva la sua potenza, e quell’acquisto, per il timore degli Stati loro tanto contigui, gli faceva inimi-cissimi il papa e i re di Spagna, de’quali ora l’uno si sa che ha diversi fini, e che gli altri, infastiditi delle cose d’Italia, non sono per implicatisi, senza grandissima necessità. Ma questo nuovo re, per la virtù propria, è molto più da temere che da sprezzare : e lo Stato di Milano, è tanto congiunto col reame di Fran-