STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI fatti seguenti : che, di perfettissimo accordo coll’ambasciatore di Spagna, i due fratelli Poico, o Desboulan, andarono a Napoli per concertare il piano dell’impresa, e Berardo, amico di Le-Pierre, officiale di presidio a Crema, tentò di consegnare quella fortezza alle truppe del governatore di Milano: che l’ambasciatore, il go-vernalor di Milano ed il viceré di Napoli erano di piena intelligenza in quest’affare, di cui il principale agente era P ambasciatore 5 che il viceré accolse e compensò quei congiurati che riescirono a ricovrarsi presso di lui, ed il primo denunciatore della trama, Juvien, arrestalo a Crema quando si scoperse il tradimento del suo secretano, da chi, forse, non conosceva ch’esso era anzi lo scopritore di tutta la trama, fu tosto messo in libertà colla moglie ed altri francesi che non avevano parie nella congiura: che ai 17 d’ottobre non era ancor terminato il processo, poiché v’erano tuttavia dei detenuti da esaminare, onde polevasi forse scoprire qualch’altra importante circostanza di questa trama: che nè il gabinetto, nè l’ambasciatore di Francia avevan preso in essa parte attiva, ma solo alcuni particolari francesi; mentre altri avevano il merito d’averla sventata: e, finalmente, che si ebbe tutta la sollecitudine, e si usò somma cautela per non involgere in quest’affare la corte, e ritenere il tutto a carico dei ministri subalterni. Nè meno frivole, inconcludenti ed assurde sono le cinque prove addotte dal Daru, per mostrare quali motivi potessero avere i Veneziani per ordinare, senza ragione, tanti supplizii; ed è, poi, curioso il vedere come dei trenlalre documenti addotti dall1 ¡storico francese per avvalorare la propria asserzione, ben venticinque