CAPITOLO II. 37 il piii popolare fra quelli di quanti papi furono mai, ben inteso prima di Pio IX. — Le nature facili, liete, pompose, leggieri, trascurate, od anche un po’spensierate, sogliono, più, che le altre, trovar fortuna in vita e gloria dopo morte (1). Tal fu, e quindi tal sorte ebbe Leon X; del resto, non gran principe politico, ed ancor meno gran papa. Nato e cresciuto fra le eleganze, la cultura, la magnificenza del palazzo dei Medici, in compagnia di Ficino, di Poliziano, Pico della Mirandola, ed altri tali valentuomini; fallo cardinale a 15 anni, poi fuoruscilo a 19; prigione alla battaglia di Ravenna, autor principale della restaurazione di sua casa, è certo che l’elezione di lui fu un vero trionfo. — « Dopo Alessandro VI troppo scellerato, per essere nemmeno stato proleltor d’arti o di lettere; dopo Giù lio li fiero, iroso, in queste stesse proiezioni, si può ben pensare qual gioia dovesse or sorgere in quella turba di letterati ed artisti, che, quasi ballerine tra guerrieri, si frammettevano allora alle feroci invasioni, alle cupe politiche, alle popolazioni soffrenti d’Italia (2) ». Ed anche, al dire del Guicciardini, tutta la cristianità sentì grandissimo piacere di questa elezione, per la chiara memoria del valore del padre Lorenzo il Magnifico, e per la fama che per tutto risuonava della sua libertà. Ma, nè la mutazione del Pontefice, nè altri accidenti, bastavano a stabilire la quiete d’Italia; anzi, le cose s’avviavano in modo da doversi aspettare piuttosto guerra che pace. (1) Sommario, lib. 7. (2) Balbo, sommario, ecc.