56 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI sì spesso l’antiea diplomazia, la quale, nei suoi perfidi calcoli, aveva tuli’altro di mira che il bene dell’umanità. 1 Francesi, capitanati dall’ammiraglio Bonnivet, non fecero le solile prove di valore, onde furono costretti di tornar presto a casa loro; ed i Veneziani furono ben lieti di trar pretesto della neutralità del duca di Savoia, per non inseguirli. Ma non così saggi furono i Tedeschi, i quali, passato il Gran San Bernardo, invasero la Provenza, e posero l’assedio a 1’¡stessa Marsiglia. Fu il 19 agosto 1524. Non l’avesser mai fatto! imperocché accorse 1’ ¡stesso re con grosso esercito, ed i nemici si trovarono a un brutto partito. Tanto più che Venezia già pentita della lega fatta con lui, rifiutossi di mandare l’implorato soccorso, ed anzi benevolmente accolse un messo di Francesco 1 ad essa spedito, con incarico di avviare segrete trattative in favore di Francia. Esempi di buona fede veramente imitabili ! La serenissima república di Venezia, nel 1524, tradì il patto coi Tedeschi per far lega coi Francesi; lega che, almen per pudore, avrebbe dovuto restare secreta, se la Francia stessa non avesse avuto troppo interesse di divulgarla. Ebbene, non andò guari che il senato veneto ebbe amaramente a pentirsi di questo spergiuro; imperocché, nel mentre tutti confidavano nel valore cavalleresco di Francesco I, toccò a lui quella scon-^ fitta di Pavia, che è uno dei fatti più memorandi dell’ istoria moderna. Si può immaginare in qual costernazione abbia gettato Venezia l’infausta notizia. Tutto potevan temere del risentimento, d’altronde non ingiusto, del tradito alleato.