55C * STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Dunque, è più credibile che, medesimamente ora seguiterà i consigli più savii, e la sua consuetudine, clic i consigli precipitosi, massimamente che, per questo, non resterà privato al tutto di speranza di potere ad altro tempo, con sicurtà maggiore, e con occasione migliore, conseguire l’intento suo; cose che gli uomini sogliono promettersi facilmente, perchè meno erra chi si promette variazione nelle cose del mondo, che chi se le persuade ferme , e stabili. Nè mi spaventa quello che si dice essere stato altre volle trattato tra questi due re, perchè è costume dei principi della nostra età intrattenere artificiosamente V uno V altro con speranze vane e con simulate pratiche, le quali, poiché in tanti anni non hanno avuto effetto, bisogna confessare, o che siano stale finzioni, o che abbiano in sè qualche difficoltà che non si possa risolvere, perchè la natura delle cose ripugna a levare la diffidenza tra loro; senza il qual fondamento non possono venire a questa congiunzione. Non temo, adunque, che per la cupidità delle nostre terre, il re di Francia si precipiti a sì imprudente deliberazione, e manco, a mio giudizio, vi si precipiterà per sospetto che abbia di noi, perchè, oltre alla esperienza lunga che ha veduto, dell’animo nostro, non ci essendo mancati molli stimoli e molle occasioni di partirci dalla sua confederazione, le ragioni medesime che assicurano noi di lui, assicurano medesimamente lui di noi, perchè ninna cosa ci sarebbe più perniciosa, che l'avere il re dei Romani Stato in Italia, sì per l’autorità dell’imperio, l’aumento del quale ci ha sempre ad essere sospetto, sì per conto della casa d’Austria, che pretende ragione in molte terre nostre, sì per la vicinità della Germania , le inondazioni della quale