CAPITOLO VII. 171 quale avrebbe dichiarato al ministro di Francia di non vedere come i Veneziani potessero rispondere a tante buone ragioni, tutte comprovanti In non esistenza della congiura. Eppure, i sintomi di una grave congiura, pur troppo, sussistevano; ed il fatto di non poche sentenze capitali eseguite per ordine del consiglio dei Dieci era vero, pur troppo. E di tutto ciò, qualche causa bisognava pure trovarla, anche da quegli scrittori che più fieramente si sono posti a negare la cospirazione del Bedmar, i quali, per altro, non hanno saputo mettere insieme che parole così futili ed inconcludenti, che l’istesso Daru, a malgrado dell’immenso bisogno che aveva di aggrapparsi alla loro autorità, fu costretto di confutarle e smentirle. Poiché è veramente assurdo il supporre che un governo abbia potuto far eseguire tanti e così orrendi supplici, per il solo gusto di potervi comprendere un corsaro inviso ai Turchi, o di far ¡scambiare un ambasciatore, o per altre simili minchionerie. Ond’è che non potendosi assolutamente negare che una trama assai grave, siasi per lungo tempo macchinata in Venezia, al Daru non restava a far altro che d’ingegnarsi a provare come la Spagna non c’enlrasse per nulla (1). Ed a quest’uopo, s’affanna a mostrare come quel gabinetto (1) E bene tener nota della preziosa confessione che fa il nostro autore nel lib. xxxi della sua istoria : a Sans doute, tout n’est pas con-trouvé dans les relations qu’on a données de cet événement. Les faits matériels subsistent. 11 est possible qu’il y ait eu des mouvements séditieux, et même quelque complot parmi les troupes licentiées: il est possible que des agents, plus ou moins importants , aient cru à l’existence d’une conjuration contre la république: mais il est possible aussi qu’on n’ait pas considéré tous ces faits sous leurs véritables rapports ».