512 STORIA DEI. CONSIGLIO DEI DIECI ranza di incuter suggezione allo imperalorc oltornano, por questa alleanza col più potente re dell’Europa, indusse la Signoria ad accettare le proposizioni di Luigi XII; al quale proposito notò sapientemente il Machiavelli, che un principe non deve mai fare compagnia con uno più polente di sè, per offendere allrui, se non vi è costretto dalla necessil'a, poiché, s’egli vince, tu rimani a sua discrezione ; e 1 principi debbono fuggire quanto POSSONO LO STARE A DISCREZIONE DI ALTRI. « I Viniziani $i accompagnarono con Francia contro al duca di Milano, e potevano fuggire di non fare quella compagnia, di che ne risultò la rovina loro (1)». Il trattato venne concluso aBlois, il 15 agosto 1499. Copvien notare, però, che, prima di spingersi ad un lai passo, il re di Francia aveva proposto a Lodovico di lasciargli godere il ducalo di Milano, sua vita naturai durante, e due anni dopo a’ suoi figliuoli, contro Io sborso di 200,000 lire j a patto che, se Luigi XII fosse morlo senza prole, continuasse pure la successione dello Sforza. — Questi recò la proposta nel suo Consiglio, dove quel triste e versatile ingegno del Landriano, malgrado i prudenti e generosi consigli di Simone Rigoni, caldissimo di amor patrio, la fé’rifiutare. Nell’agosto, adunque, si fe’ innanzi l’esercito francese, composto di 600 lancie, 8,000 uomini di fanteria nazionale, e 5,000 svizzeri, capitanali da Giangiacomo Triulzio. A questi oppose lo Sforza 500 cavalleggeri, 10,000 fanti Italiani, e 5,000 Tedeschi. Gli eserciti eran quasi pari di numero; ma in favore dei Milanesi militava la ragione dell’ essere in casa (1) P„ incipi!, Cap. xxi.