506 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI sia occupato da lui un membro sì nobile dell’imperio, in modo che quegli che noi temiamo che ora non siano congiunti con Lodovico a offenderci, desidereranno allora, per l’interesse proprio di conservarci e di essere congiunti con noi ; ed, essendo grande per tutto la riputazione del nostro dominio, grande la fama delle nostre ricchezze, e maggiore l’opinione confermala con sì spessi, e illustri esempi della nostra unione e costanza alla conservazione del nostro Stalo, non ardirà il re di Francia d’assalirci se non congiunto con molti, o almeno col re dei Romani, l’unione dei quali è per molle cagioni sottoposta a tanta difficoltà, clic è cosa vana il prenderne o speranza o timore: nè la pace, che ora spera d’ottenere dai principi vicini di là dei monti, sarà perpetua; ma l’invidia, l’inimicizia, il timore del suo aumento desterà tulli quegli che hanno seco o odio o emulazione; ,ed è cosa notissima quanto i Francesi siano più pronti ad acquistare che prudenti a conservare ; quanto, per l’impelo e l’insolenza loro, diventino presto esosi a’sudditi; però, acquistalo che avranno Milano, avranno piuttosto necessità d’attendere a conservarlo, che comodità di pensare a nuovi disegni,- perchè un imperio nuovo non bene ordinato, nè prudentemente governalo, aggrava più presto che ei -faccia potente chi l'acquista. Di che, quale esempio è più fresco e più illustre, che l’esempio della vittoria del re passato contro al quale si convertì in sommo odio il desiderio incredibile con che era stato ricevuto nel reame di Napoli? Non è adunque nè sì cerio, nè tale il pericolo che ci può dopo qualche tempo pervenire dalla vittoria del re di Francia, che per fuggirlo abbiamo a volere stare in un pericolo presente e di grandissimo momento; e il rifiutare, per timore dei