372 STOMA DEL CONSIGLIO DEI DIECI (le’suoi parenti, sui quali veniva a pesar tulio il danno, rinunciò in favore del suo competitore nominato dal governo, il quale poi non aveva ricevute le bolle pontifìcie. Intanto, di gran lunga s’era cambiala la posizione dei Veneziani in Oriente per la conquista di Costantinopoli, di cui abbiam già fatto cenno altrove, la più gran vergogna e calamità della cristianità europea, la quale, come dice il Balbo, ben si turbò, ma non se ne mosse punto, perchè troppo recente era la memoria del cattivo esito a cui aveva condotto il fanatico fervore delle crociale, e perchè « non aveva ancora quello zelo di civiltà che la muove, benché tanto discordemente, ep-perciò lentamente ai dì nostri (1)». Venezia fu allora sollecita di avviare col gran Soldano un trattato di commercio; e questi accordò alla república lutto quanto aveva chiesto, ad eccezione del pepe, pel quale non potè fare alcun ribasso per la soverchia ricerca che v’era di quella droga. In pari tempo il gran Turco pregava la república di mandargli frequenti ambasciatori e di scrivere molte lettere, onde tener viva l’amicizia; (1) Sommario dell’istoria d’Italia, dalle origini, fino al 1814 — pag. 209. — Piace l’udire con quale appassionata parola descrive il Sandi la conquista di Costantinopoli : — i 28 maggio 1453 — L’oppugnazione durò soli 42 giorni, e così, dopo 1121 anni di esistenza, miseramente perì quella Bisanzio che, edificata da Pausania, re di Sparta, fortificata dal- 1 imperator Severo, ampliata ed ornata da Costantino Magno, quando vi pose la sede dell’imperio orientale, come sito il più commodo ai beni dell’umana vita, per il dominio e per il commercio, prevedendola di ogni occorrenza li due mari Bianco e Negro, ed inoltre , come porta all’Europa, così tragitto facile all’Asia, da cui la divide un canale che passa da un mare all’altro , e così placido, che ha aspetto di porto. » — Lib. vili, cap. 9.