CAPITOLO XVII. 503 di Savoia il libero passaggio pe’suoi Siali, e conchiusa cogli Svizzeri una lega offensiva e difensiva. Per il che, ai Veneziani non reslava altro a decidere se non questo — se fosse miglior partito aversi il re di Francia amico o nemico. Già per più giorni crasi adunato il Consiglio dei Pre-gadi onde deliberare sopra un argomento di tanla importanza^ senza mai poterne venire ad una conclusione. Ouand’ecco sorgere Anton Grimani, uomo di molta eloquenza, ad inculcare la necessità di unirsi col re di Francia, per dividere con lui gli Stali del duca di Milano:— « Quand’io considero, prestantissimi senatori, egli disse (1), la grandezza dei beneficii falli a Lodovico Sforza dalla nostra republica, la quale in questi anni prossimi gli ha conservato tante volte lo Stato; e per contrario quanta sia l’ingratitudine usala da lui, e le ingiurie gravissime che ci ha fatte per costringerci ad abbandonare la difesa di Pisa, alla quale prima ci aveva confortali e slimolati, non posso persuadermi che non si conosca per ciascuno essere necessario fare ogni opera possibile per vendicarcene. Perchè, quale infamia potrebbe esser maggiore, tollerando pazientemente tante ingiurie, mostrarci a lutto il mondo dissimili dalla generosità dei nostri maggiori? I quali, qualunque volta provocati da offeso benché leggiere, non ricusarono mai di mettersi a pericolo per conservare la dignità del nome veneziano; e ragionevolmente perchè le deliberazioni delle republiche non ricercano rispetti abbietti e privati, nè che tulle le cose si riferiscano all'utilità, ma a (1) Vedi Guicciardini, Storia d’Italia, Lib. iv. — Non ci sono, per altro, bastevoli argomenti per credere che questo sia discorso autentico.