232 STORIA DEI, CONSIGLIO DEI DIECI di dare allo Sforza in isposa la figlia di Filippo, colla citta di Cremona per dote. 11 generale non aveva facoltà di venire a trattative; ma sarebbe stato troppo pericoloso lo stare ad attendere gli ordini da Venezia; per cui, sulla propria responsabilità s’arrischiò di sottoscrivere ad un armistizio. Ben tentò allora il duca di Milano di ricordargli l’esempio del Carmagnola per distorre lo Sforza dal tornare a Venezia, sperando con ciò di tirarselo a sè. Anzi era corso voce tra l’esercito che appunto colla intenzione di perderlo il Senato gli avesse fatto invilo di tornare a Venezia (1). Ma il generale non volle commetter viltà a nessun costo; ed il Senato veneto approvò ed applaudì al di lui operato. La pace fu conchiusa il 25 novembre 1441 ; e 10 Sforza diventò genero del Visconti. lntanlo era giunto a maggior età l’erede del principato di Bavenna, che nelle passate vertenze s’era mosso in favore del duca di Milano, a danno della república, la qual^ gli era pur stata tutrice. Approfittò costei dell’in-gralitudine; e sparsi con perfid’arte dei malcontenti fra 11 popo\o, ne colse pretesto per impadronirsi di quel principato. 11 legittimo signore con 200 ducati di pensione fu relegalo con un suo figliuoletto nell’isola di Candia, dove tra non molto padre e figlio morirono. Crebbero, intanto le ostilità tra il Visconti e lo Sforza \ - ' (1) Les soldats racontaient que le Sénat de Venise, ayant conçu contre Sforza les mêmes soupçons qui avaient perdu Carmagnole dix ans auparavant, l'avoit attiré de même à Venise, et lui avait fait subir le même sort. L’armée entière de Sforza était sur le point de se débander a cette nouvelle, et ce général dût se presser de se montrer à scs soldats et a ses amis pour les assurer. —- Sismondi, Histoire des républiques ital., .cap. 59.