44 CAPO I che erano dati generalmente agli alti funzionari del palazzo; poi venivano i timari. Spesso con i feudi venivano ceduti anche i contadini come servi della gleba. Nel secolo XVII il feudalismo incominciò a decadere perchè i feudi si sminuzzavano e per divisione ereditaria e per alienazione. Là situazione dei contadini sotto il dominio degli Spahi a quanto sembra non è stata cattiva perchè sebbene i turchi chiamassero i loro vassalli, raià (gregge) li trattavano umanamente per non far perdere loro la capacità produttiva che andava a loro beneficio. Non pensavano affatto a turchizzarli per non renderli uguali agli altri. Nei primi secoli i contadini in Bulgaria come in altri paesi erano servi legati alla gleba, non potevano allontanarsi dal feudo; in seguito ciò fu cambiato. I contadini dipendenti o semi-dipendenti si dividevano in 3 categorie : ispolgi (mezzadri), kessimgi (affittuari), e momzi (servi). I primi avevano campi e case proprie, però erano obbligati a lavorare a mezzadria le terre dell’a^d (signore) locale; il reddito era diviso in due parti fra il contadino e il padrone; tale forma era molto diffusa. Quando il terreno non era buono il contadino prendeva anche due parti, quando era ottimo era il padrone che ne prendeva due. Gli affitti erano collettivi; gli abitanti di un villaggio erano tenuti a pagare collettivamente il kessim (affitto) ed erano sottoposti ad angaria specie d’imposta personale che consisteva nell’obbligare i contadini, affittuari, a lavorare per un dato numero di giorni all’anno nel terreno dello Spahi e a pagare una imposta in natura che consisteva nel dare un certo quantitativo di formaggio, burro, legna, ecc. Nei primi tempi della dominazione turca erano anch’essi inamovibili (legati alla gleba); dopo, però, potevano abbandonare il feudo e prendere in affitto altri terreni il cui padrone fosse meno sfruttatore o esigente; l’agà infliggeva delle multe agli affittuari che non coltivavano bene le terre e toglieva loro il terreno non coltivato bene (e ciò perchè