■101 STOMA DEI, CONSIGLIO DEI DIECI Gerolimo Badoer che era pur del Consiglio dei Dieci; Domenico Giorgi, Savio del Consiglio, ed Andrea Trivi-san. 1 due Barbo furono condannati ad un anno di prigione : il Badoer a sei mesi; e gli altri due vennero assolti. Nè meno energicamente adoperarono i Dieci in quest’ altra circostanza. Circa la fin di maggio del 1478, Giacomo da Mezo ambasciatore a Roma scrisse ai capi dei Dieci, per avvertirli che le deliberazioni del Consiglio dei Pregadi venivano altri a conoscerle prima di lui. Dopo essersela intesa con Marco Corner, il capo dei Dieci, Cristoforo Capello, mandò a Chioggia ed a Ravenna ad arrestare il corriere di Roma, e si trovò che Luigi ed Andrea Zane, fratelli del vescovo di Brescia scrivevano alla corte pontificia quanto era stato discusso in consiglio. Caddero entrambi in potere della giustizia, e con essi Giacomo Malipiero dei Pregadi; e Vital Landò di lui cognato, i quali vennero processati e torturati a porle chiuse. Premeva poi al Consiglio dei Dieci il vescovo di Brescia, ed a tal uopo spedì colà il secretano Nicolò Grandiben coll’incarico di pregarlo a nome della Signoria, di recarsi tosto a Venezia per una importantissima consulta; ma lo scaltro prelato non si lasciò prendere a queste reti e come fu a Mantova, lasciò che il secretario tornasse solo a casa sua. I Dieci allora mandarono a Brescia a sequestrargli i beni e ad impadronirsi delle carte, dalle quali si scoperse il filo per cui egli riesciva a conoscere i secreti dello Stato, e l’indiscretissimo abuso che ne faceva. Ai 26 di agosto dell’istesso anno, i Dieci pubblicarono in gran Consiglio la di lui sentenza, in questi termini: — « Che don Lorenzo Zane, q. G. Paolo vescovo di Bressa e Patriarca d’Antiochia, sia bandido in perpetuo de tutte