154 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI mare e ad agire di conserva coi congiurati, non appena fosse giunto il momento opportuno. Siamo alla vigilia della grande catastrofe. La squadra del duca d’Ossuna, giunta, questa volta, senza pericolo alla distanza di cinque miglia, per maggior precauzione si divise in due squadre , ad una delle quali fu ingiunto di spingersi, sul far della notte, collo stendardo di San Marco, alla portata del cannone da Venezia, impadronendosi delle piccole isole circostanti, ed assalendo i due castelli del Lido e di Malamocco, allora sguerniti. Ma, prima di accingersi alla rischiosa impresa, Renault e Jacques-Pierre stimarono necessario di abboccarsi un’ultima volta coi loro compagni, onde istruirli del vero stalo della cosa e comunicar loro gli ordini opportuni. 11 luogo del convegno fu una delle stanze più riposte nella casa della Greca. Eravi tra i congiurali certo Jaffier, sul conto del quale eransi destati nel Renault certi strani sospetti, che si fecero vieppiù gravi per l’aria triste che aveva assunto da alcuni dì, e per una manifesta inquietudine da lui mostrala negli ultimi colloqui. Jacques-Pierre, che ne era l’intimo amico, al primo esserne avvertilo, alzò le spalle, e rispose che le eran baie. Ma come il Renault, insistendo, ebbe date troppo chiare ragioni dei suoi sospetti, fu forza convenire non essere Jaffier uomo cui potersi fidare; bisognar, quindi, tenerlo d’occhio assiduamente. Ben pareva al Jacques-Pierre che, ad ogni modo, le cose erano ornai spinte al segno da non lasciar più tempo al tradimento; ma il vecchio cospiratore era d’avviso che, per esserne più sicuri, fosse d’uopo toglierlo dal mondo in quella medesima sera.