CAPITOLO XII. 399 nuove biblioteche; le madri tolsero ai cuochi ed agli staffieri la prima educazione dei figli. Ond’è che si propagò in lutle le classi quel fausto movimento di cose e di idee, che attorniò da ogni parte ed arrise all’imagi-nazione degli abitatori di quell’infelice paese, malgrado che fossero soggetti alla più dispotica dominazione straniera. In quei tempi si abolirono le preture feudali, in cui, per conto di privali, si mercava la giustizia : si abolì un sonalo, sul quale pesava la memoria di supplizi iniqui e crudeli ; si abolirono gli asili che i ladroni godevano sui sacrati dei tempii, e dietro le colonnette dei palagi signorili; non si videro più assassini nelle chiese; le sezioni anatomiche fecero sparire l’aqua tofana; si abolì la tortura, che puniva nell’innocente i debiti dell’ignoto; sparvero le fruste, le tenaglie infocale, le orribili rote, l’inquisizione; in luogo di sotterranei fetenti e di scelerale galere, si fondarono laboriose case di correzione. Fino dal 1766, sei anni prima che si aprisse il carcere di Gand, si era applicalo il principio della segregazione dei prigionieri; un giorno di cella, scontava due giorni di carcere: si era, dunque, scoperto che la cella segregante non. era strumento di lieve correzione, qual crasi credulo fin allora; ma una pena poderosa, applicabile ai più gravi delitti, e capace di far più terrore che la morte. Ma qual meraviglia che questi sagaci pensieri nascessero, prima clic altrove, in quel paese' dove Beccaria non solo era scrittore, non solo porgeva publico insegnamento di scienze sociali, ma sedeva autorevole nei consigli dello sialo? (1) (I) Vedi la i ;i citala liilrodii/.'one alle Notizie naturali e civili sulla Lombardia, dui doitor Carlo Cultanco. 0 7