■560 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI alla guerra; il conte Giulio Cesare da Camerino; il figlio di Lodovico Sforza ; Galeazzo Sanseverino ; i Rossi di Parma e Galeotto della Mirandola. Anzi, aggiunge la cronaca che il duca di Ferrara fu accolto in bucintoro, a un’ora di notte, a lume di torcie, ed ebbe cinquanta ducati al giorno per le sue spese. Nè meno generosa fu la república cogli altri illustri ospiti, avendo loro cortesemente offerto a chi cento, a chi trecento ed a chi cinquecento ducali, oltre ai premii largiti ai vincitori. Del pari non esultò certo il pontefice, il quale, essendo morto pochi giorni di poi, lasciò credere che il fosse stato per crepacuore. Fatto sta che al dì 12 d’agosto venne un accidente terribilissimo a papa Sisto, per cui stelte tramortito circa quindici ore, «tanto fu il dolore che sentì di questa pace.....E, così volendo l’eterno Iddio, morì il dì suddetto, alle ore 5 di notte» come si esprime il Sanuto. Oh quante volte Ferrara non è stata causa o protesto di controversia fra i due partiti, che si direbber guelfo e ghibellino, se ancora fosse lecito l’esprimerci con queste parole, che ebbero per tanti secoli un senso così nefasto per noi, accennando a malefiche gare tra fratelli italiani, e che ora sembran tornare di moda con una significazione assai meno odiosa, la Dio mercè non v’essendo oramai più questione in Italia che fra nazionali e stranieri! Un tale signor Nicolò da Correggio, che si trovava nelle prigioni di quella città, nei tempi appunto in cui siamo colla nostra istoria, scriveva di essa: Vedova, sola, ottenebrata c scura Ti veggio, alma Ferrara, in tanti affanni Che, s'io contemplo a li passati danni, Del luo sterminio, in tutto, ho gran paura.