CAPITOLO XIV. 405 le terre e luoghi da mar e da terra; et con Ira fa con do, et venendo in le forze stagha do anno continui in le preson forte e torni al bando ; e chi’l prenderà habbia 2,000 ducali de lagia, de i danari della Signoria ; se’l sarà condulier che l’habbia cento lanze;se’l sarà nostro soldà, che l'habbia cento paghe ; e che tutte le intrade del vescovato de Bressa e d’altri beneficii su’l Stado, sia scosse dall’arsenal; e detratte le spese delle chiese, e de sacerdoti et altri ministri, el resto sia despensado in le spese che occorrerà in la guerra co’l Turco; e no se possa dar el possesso de benelìcii che vacasse in so vita, spettanti a lui in pena di 1,000 ducati a chi ponesse parte, e esso vescovo no possa haver beneficio, nè pen-sion alguna su questo Stado; e se el fosse descoverto debitor d’algun, sia pagado i so debiti del so patrimonio. No se glie possa far gralia; nè interpretar altramente questa condannazion, sotto pena de 1,000 ducali a chi mettesse parte ; la qual pena debba esser presenlà ai cai di X, prima che sia letto parte alcuna ; e posta no se intenda presa se no con tute le balote che in intra in esso Consegio et soZonta (1)».—Nè, perquante instanze abbian fatto due anni dopo il papa e quattro cardinali, presso il Consiglio dei Dieci, per mitigare questa condanna, non riescirono a nulla. Solo ci volle la potente ed assidua mediazione del conte Gerolamo Riario, nipote di papa Sisto e signore d imoia e Forlì, quando dopo assai tempo capitò con isfarzo principesco a Venezia. Del resto non se la passaron troppo bene nè anche i complici. Giacomo Malipiero venne condannato a perpetuo esilio nella terra di Albe; sotto pena del capo (1) Vedi Cronaca del Malipiero.