214 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI scova. Gli dissi che non istava bene l’immischiarsi in tali affari, perchè erano cose condannabili e contrarie alla religione. Lo esortai a non fare il viaggio. Non l’ho poscia più veduto, ed ignoro il partito ch’egli abbia preso. « Confido che col tempo Vostra Serenità sarà perj suasa della mia sincerità. Lo dico ingenuamente, ho creduto di dover ricorrere alla bontà di Vostre Eccellenze per pregarle di prendere qualche misura per la sicurezza della mia casa e della mia persona. In mezzo a tutti questi movimenti popolari, e principalmente a motivo delle feste, alle quali l’elezione di un nuovo principe è per dare occasione, la moltitudine essendo più soggetta ad abbandonarsi agli eccessi. 1 riguardi dovuti alla riputazione ed onore di Sua Maestà lo esigono, e le case degli ambasciatori devono sempre essere considerate come sacre, lo mi pongo con fiducia nelle braccia di Vostra Serenità, e mi riposo sulla sua bontà, come farei su quella di mio padre e dello stesso mio re. » Al che rispose asciutto il vice-doge: Ben sentì l’ambasciatore la forza di questa risposta, poiché replicò subito un poco fuori di sè : « Noi abbiamo inteso, signor ambasciatore, ciò che Vossignoria ci ha esposto : ricevete le assicurazioni della considerazione del Consiglio , esso delibererà sulla risposta da farvi, e ve la farà comunicare. «So, Serenissimo Principe, quale è l’uso di questo Consiglio, e quali sono le forme da esso usale ; ma gli rinnovo la preghiera di provvedere alla sicurezza della mia casa e della mia persona , perchè se succedesse