STORIA DEL CO.NSIGUQ DEI DIECI —CAP. Vili. 185 fatto, sarebbero divenuti signori dell'oro dei cristiani, e tutto il mondo li temerebbero, passò a discorrere del suo successore colle seguenti parole: « Guardatevi, quanto dal fuoco, dal togliere le cose d’altri, e dal fare guerra ingiusta, perocché Dio vi distruggerà. A cagione che possiamo sapere da voi chi toglierete per Doge dopo la nostra morte, secretamente lo direte a me nell’orecchio per potervi confortare quale è quello che merita e sia meglio della nostra città. — Signori, io vedo molti di voi che voglian togliere quei che dirò qui. Messer Marino Cavallo è un degno uomo, e merita, sì per intelletto, che per bontà. Messer Francesco Bembo, pel simile. Messer Jacopo Trivisano, messere Antonio Contarmi, messer Fantino Micheli, e messer Albano Badoero. Tutti questi sono savii sufficienti, e meritano. Ma quei che dicono di volere ser Francesco Fo-scari, dicono bugie e cose senza fondamento, e sopra più che non fanno i falsoni. Iddio noi voglia. — Se voi lo farete Doge, in brieve voi sarete in guerra. — Chi avrà 10,000 ducati, non se ne troverà che 1,000. Chi avrà dieci case, non si troverà che su d’una. Così d’ogni altra cosa ; per modo che vi disfarete del vostro oro ed argento, dell’onore e della riputazione dove voi siete. E di signori che siete, sarete servi e vassalli d’uomini d’armi, di fanti, di saccomanni e di ragazzi. Però ho voluto mandare per voi (1). » I voti del povero vecchio non furono adempiuti. Appena egli fu posto sotterra, benché molti e forti fossero (1) Vedi in Sanoto, la vita del doge Mocenigo.— Questo discorso somiglia a quello fatto dal Profeta in nome di Dio agli Ebrei, quando volevano crearsi un re. St. dei, Cons. dei Dieci —Voi. I. 24