CAPITOLO XVIII 547 seguente: — «Pietro Tasca, dello Faciol, essendo di nolle stalo trovato dai birri, con un fodero da coltello insanguinalo, ed essendo la stessa nolle successo un omicidio, scoperto l’interfetto, si trovò impresso nella ferita il coltello, e, rimesso questo fodero ritrovalo dal Faciol, si riconobbe che era a quello appartenente. Nel corso del suo processo, ebbe una malattia mortale, che si dovette confessare, e, suggeritogli che palesasse il suo delitto per salvar l’anima sua, egli acconsentì e palesò; ma, poco dopo, rimessosi in salute, fu, per sentenza del Consiglio dei Dieci, come reo di questo delitto, impiccato. » Ora torniamo ai politici avvenimenti. 1 Veneziani nei fatti delle ultime guerre, di cui abbiam tenuto discorso, avevano avuta la sorte propizia, a dir vero, oltre ogni loro speranza. Se non che, quell’aver voluto venire a tregua con Massimiliano, a dispetto di Luigi, procurò loro la forte inimicizia dell’uno, senza nemmanco il conforto dell'amicizia dell’altro, per quanto, però, in questa cosa il torto non fosse loro, ma di quell’inesplicabile Luigi XII ; il quale aveva tante indiscrete pretensioni contro la república, cui avrebbe dovuto professare, in quella vece, non lieve gratitudine. Molti erano i titoli pei quali Venezia era benemerita del re di Francia; ed in quel tempo un altro ne aveva aggiunto importantissimo. Era con lui in guerra 1’ imperatore Massimiliano, il quale aveva, quindi, bisogno che la tregua conchiusa colla república, non solo si riducesse ad una pace assoluta , ma benanco una lega offensiva contro il re Luigi, ed i Veneziani corrisposero a sì vive sollecitazioni col riferire ogni cosa proprio a colui contro il quale quei progetti venivano orditi. — 11 che si può chiamare