CAPITOLO Vili. 227 formidabile magistratura : pensossi essere più prudente consiglio l’aspettare ancora pazientemente un po’di tempo, e trar partito dell’epoca delle nuove lezioni per far un colpo di stalo. E la cosa infatti, per quanto strana e di somma rilevanza, riesci a meraviglia. Quando fu il giorno della nomina, i patrizii, raccolti in generale assemblea, si passa Ira loro d’accordo per non dare ad alcuno dei membri disegnati il numero dei vinti richiesto dalla legge: si tentarono varie prove e contro prove, ma sempre indarno, onde il consiglio dei Dieci rimaneva di sua natura disciolto. Non mancarono però anche in quella solenne occasione gli uomini timidi, amanti dello statu quo, quelli in somma che oggidì noi chiameremmo i moderati, i quali fieramente si spaventarono di siffatta innovazione , paurosi che essa non avrebbe mancalo di trascinarne seco ben altro. Fu quindi proposto ed adottato che si eleggesse tosto una commissione, perchè studiasse accuratamente i soprusi che più s’imputavano al tribunale, e ne proponessero gli opportuni rimedi, senza venire per altro all’estremo partito dello scioglimento. E la commissione decise, in fallo, come quasi sempre avviene, in favore del potere costituito. Disse essere indispensabile in un governo, al quale prendevan parte tante persone, che vi fosse un’autorilà, la quale vegliasse a mantenere al dovere i privali individui : al che provvedeva assai opportunamente il consiglio dei Dieci. Giovasse per altro il metter gran cura perchè non gli fosse possibile oltrepassare quei limili statigli tanle volte assolutamente assegnali, e nominatamente gli fosse inter-