80 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Dinanzi all’inesorabile tribunale dei Dieci, colla Giunta nuovamente costituita, comparve Marin Faliero, rivestito delle insegne dogali, la notte dal 15 al 16 aprile subì l’interrogatorio e il confronto. Il povero vecchio non ebbe cuore di negare la verità. Il giorno 16 si dello la sentenza. Tutti votarono per la pena capitale (1). Allo spuntare del giorno 17 aprile 1555, le porte del palazzo vennero rinchiuse. L’ottuagenario Marin Faliero fu condotto in cima alla scala, poco lungi dal sito dove fu eretta poi quella dei Giganti. In quel luogo dove i Dogi prestavano giuramento di fedeltà alla republica, e venivano incoronati, gli si tolse dal canuto e venerabile capo il berretto ducale, in presenza di tutto il Consiglio dei Dieci. Poco stante, il capo di esso Consiglio apparve sulla loggia del palazzo, e, brandendo una spada insanguinata, gridò: E stata fatta la gran giustizia del traditore (2). Le porte si riapersero. La plebe, avvezza a farsi giocondo spettacolo d’ogni più triste evento, accorse in folla per entro le sale del palazzo: e la malnata sua cu- Del 1457; accorda ai Dieci venticinque aggiunti. Del 1515; dichiara non poter entrare nella Giunta chi non è dei Pregadi. Del 1529; stabilisce la forma di nomina per la Giunta. Del 1539; respinge la domanda dei Dieci, di avere per quell’anno soltanto una Giunta di cinquanta, in occasione della guerra coi Turchi per la Morea. Nel 1558 poi, 1’ ¡stesso Consiglio dei Dieci stabilisce dei nuovi metodi per l’elezione della Giunta, la quale, come vedremo in seguito, si trovava allora agli estremi della sua vita. (11 Eran quattordici i votanti: cinque consiglieri e nove dei Dieci. (2) Così il Sanato.