12 STOKIA DEL CON9ÍGLK) DEI DIECI vollero adunque sopportare più oltre siffatta ignominia e corsero alle armi. Nè si stette cheto il doge, il quale, movendo contro di loro, diè luogo ad un aspro ed odioso contrasto. Fu combattuto da ambe le parti con più d’ira che di forza: infine il soperchiatore fu vinto e taglialo a pezzi dalla plebe inferocita, dopo aver tenuto per undici anni la suprema autorità dello stato. Bisognava pensar quindi al successore; ma il popolo, temendo che non avessero a ripetersi in altri gli eccessi dell’Orso, non volle creare altro doge, e pensò di sostituire in quella vece una magistratura che meno urtasse coi principii di una savia libertà. Creò un tribuno dei soldati, che troviamo corrottamente chiamato Mastrmiles (Magister militum) il quale doveva durare un solo anno nel suo officio. — Ma cosiffatto ordinamento non andò oltre il quinquennio. L’ultimo di questi tribuni fu Fabrizio Ziani, uomo troppo animoso e feroce, cui vennero dalla plebe cavati gli occhi. Tornò dunque il popolo a desiderare il suo doge, mentre pareva che senza di esso la república non potesse più reggersi in piedi; e l’anno 742, nominò a tale dignità Teodoto figliuolo dell’Orso, e terzo dei maestri cavalieri. Ma neppur egli finì bene i suoi giorni; poiché, avendo voluto erigere a Brondolo un forte per custodire le bocche dell’ Adige, cadde in sospetto di tirannide a quel po' polo così geloso nella propria libertà, sicché, privo degli occhi, dovè partir per l’esilio. E ai nostri dì si veggono cingere di enormi fortificazioni le capitali dei paesi più inciviliti! Bella consolazione davvero per la tarda nostra generazione il veder ripetersi nel più culto centro d’Europa, benché in proporzioni microscopiche, l’antica e gigantesca muraglia della China!