CAPITOLO XIII. 489 luente, e proclamarono la república. Insl,Unirono, eziandio, il governo provvisorio, il quale, pensando solo ad accorrere in soccorso delle provincie sorelle, ancora infestate dal barbaro, distribuì con magnanima spensieratezza le settanta migliaia di fucili trovati nell’ arsenale a quanti móstravansi solleciti di vedere un’altra volta le spalle al nemico, per incalzarlo a varcare più presto le Alpi. Molti acerbi rimproveri vennero poi mossi dai fanatici realisti a quel governo republicano perchè avesse con troppa liberalità profuse le armi al popolo, imputandolo di uno sperpero pericoloso; e, per far meglio, cotesti adoratori della monarchia preferirono, in altra occasione, di lasciare che i loro schioppi, nuovi ed ancora incassati, divenissero facile preda del nemico ! (1) A somma lode di quel nuovo governo, presieduto, com’era ben naturale, da Manin e da Tommaseo, levati trionfalmente dalle carceri il giorno della rivoluzione, è debito dell’¡storico il registrare com’esso, a malgrado della proclamata república, siasi affrettato, il,31 marzo, a publicare un decreto, col quale, mostrandosi assai più sollecito dell’unione italiana, che del fasto municipale e del trionfo delle proprie convinzioni, chiamava tre consultori da tutte le provincie, per soprantendere di conserva al reggimento dello stato in via provvisoria, mentre credeva «debito di amore e rispetto all’eroica Lombardia ed alle altre sorelle », prima di pronunciarsi per una forma stabile, l’aspettare che anche quelle provincie potessero far conoscere le loro intenzioni « sulla (1) Vedi il Bullettino della guerra publicatosi in Milano da Radelsky dopo la battaglia di Mortara ! St. dkl Cons. »Et Dieci — Voi. Il ' 62