522 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI — Al che ci sembra, in questo caso, si possa rispondere l’una cosa non escluder l'altra, mentre, la semplice lettura publica della sentenza, non toglie che il processo sia stato avviato colla più profonda secrelezza. Gli articoli 7° e 11° implicano il fatto che fino dal 1454 si trovassero residenti in Venezia dei ministri delle potenze estere. 11 che non è vero a detta del Giovini, il quale, colla teslimonianza di un certo scritto diretto dal Foscarini al Senato, riesce a provare che qucH’uso incominciò solo cinquant’anni più lardi, eche il primo ministro estero che ebbe stabile residenza in Venezia, fu il vescovo d’Oranges, ambasciatore ordinario di Francia nel 1529. In fallo le prime corrispondenze dell’ambasciatore di Francia a Venezia, esaminate dal Daru, son quelle del signor di Foix, che trovossi nella capitale della república negli anni 1569 e 1570. Nell’articolo 41 si parla del magistrato sopra i monasteri, che fu insliluito solo nel 1521, cioè sessantaselte anni dopo i pretesi Statuti. Altre contraddizioni si trovano nell’ immaginaria facoltà concessa dagli Statuti agli Inquisitori di premiare le spie con esenzione dei dazi; esenzione che spettava esclusivamente al Senato, e che in ogni caso sarebbe riescila una ben strana ricompensa, mentre per essa, il delatore, il quale può essere pericoloso sol quando non è conosciuto, sarebbe stalo scoperto a prima vista. 11 diritto di metter mano nella collazione dei beneficii ecclesiastici che l’articolo 6° degli Statuti conferisce agli Inquisitori, era proprio del Consiglio dei Dieci. Così si dica di quello conferito daU’articolo 41; di assoggettare le scuole grandi al magistrato sopra i monasteri; mentre essi non vi ebber mai parie alcuna, poiché sino alla