5(j0 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI — Questa posizione, per altro, non era ancor presa, quando il nemico assalì ad un tempo, le frontiere in sei punti diversi, sicché tosto apparve come, pei Vene^ ziani, la guerra si cominciasse sotto poco fausti auspicii. Il re di Francia passò l’Adda a Cassano, alla testa di circa 20,000 uomini (1), senza trovare resistenza di sorta, per inescusabile incuria del generale Veneziano. — All’indomani Luigi offerse la battaglia; ma Pitigliano, benché superiore di numero, per quattro giorni si tenne fermo negli alloggiamenti. Intanto, il nemico faceva grandi progressi; ed il generale Alviano, impaziente di quegli indugi, grida battaglia, ad ogni costo. Alla fine, 1’ armala veneta si mosse, per giungere a Pandino prima del nemico. [ Francesi preparavansi a disputar loro il passaggio; per cui l’Alviano, spinto da quel suo immenso desiderio di venire alle mani , malgrado il contrario avviso di Piligliano, ed una densa nebbia alzatasi in modo da rie-scire tutta a suo danno, s’impegnò in un combattimento. Sulle prime, l’artiglieria veneta fece gravi guasti al nemico; e quei militi, che pugnavano non solo per la salvezza della republica, ma eziandio per V integrità dfcl-l’Italia, operarono tali prodigi, da mettere grande apprensione nell’animo dello stesso Luigi. — Allora era, forse, il caso di poter trattare di pace, la quale probabilmente si sarebbe anche conchiusa, se le condizioni proposte non fossero state pei Veneziani poco onorevoli (2). (1) Un numero assai maggiore ne compula il Veri : a Et min lwstium namerus, ipso adventante Kege, avgcretur, cui erunt in unni» XXXX Immillimi, millia, equestri» fere urilinis ». (2) a Constai, ex alaeritale Pendi cxertilns trepidasse Lnduvicvm, et, rdido hello, voluisse itcrum patisti- fucilerà; sed crani qitae Vendus Ine-rei ». — Veri.