50 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI amico il formidabile sultano, con fermare gli antichi trattati di commercio e mantenere i proprii diritti sul mare. Ma non appena Carlo V fu salito sul trono imperiale, ambì recarsi a Roma per riceverne la corona dall’¡stesso pontefice; e siccome non poteva piacere ai principi italiani il pericoloso passaggio dell’ estraneo imperatore, questi pensò bene di cominciare ad assicurarsi l’amicizia di Venezia, dove mandò appositi commissarii per la finale esecuzione del trattato già stabilito con Massimiliano. Ma la república non aveva gli interessi del pontefice di tenersi amico l’imperatore, e quindi restò fedele al re di Francia, e mise a disposizione del Lau-trec un piccolo esercito sotto gli ordini di Teodoro Trivulzio, e riguardevole somma di danaro, oltre all’es-sersi obbligala di pagare essa stessa le milizie del duca di Ferrara e tremila Francesi. Ad agevolare le operazioni di guerra, al comandante di Francia si congiunse il prode Andrea Grilli. Con tutto ciò non può dirsi che il veneto governo, a spada tratta, si fosse deciso di adoperarsi esclusivamente a vantaggio di Francia; mentre noi l’abbiam visto irresoluto e timido rivolgersi al papa per porgergli, in certo modo, le scuse della sua condotta. Eppure non c’era di meglio a fare. Trovandosi tra i due fuochi d’Austria e di Francia, bisognava che ben riguardasse, per schivar l’uno, dal buttarsi nel-, l’altro. Carlo V, intanto, convenuto col papa di scacciare i Francesi dall’Italia, fece occupare colle truppe imperiali quasi tutta la Lombardia ; sicché Francesi e Veneziani lurono costretti di ricovrarsi entro Milano, dove, al primo attacco nemico, si diedero precipitosamente alla