CAPITOLO XII. 371 risentimento non armato è nullo per ehi fa ingiuria, c dannoso per chi lo riceve, perchè, essendo di necessita senza citello, li scema la riputazione, lo ho vergogna, o Senatori,dello andarmi aggirando fra queste supposizioni inonorato, quando penso al voler vostro, alla potenza ed al nome di questa gloriosa republiea. Ma poniamo, finalmente, che i governi siano fedeli ed i soldati santi, che certo non è pur poco, come siete voi sicuri che non si turbi con grandissimo movimento lutto lo stato nostro, se i Francesi arrivano sui confini? Non abbiamo noi qui novatori, non uomini ambiziosi, non avari, non vendicativi, non contaminati sin dentro al cuor loro di perturbatrici dottrine? E se costoro fan novità, e certo la faranno, quando sarà ior pórla la occasione, poiché già fin d’ora, che ancora sono lontani i sussidii sperali, a mala pena ralterigono il veleno loro, che farete voi se non sielé armali? I tumulti eccitali da questa gente pestifera sor viran di pretesto ai Francesi per aiutarli, ai Tedeschi per frenarli ; e gli uni e gli altri correranno i nostri campi impunemente, se noi per noi non siam capaci di far argine a queste aque furibonde. Farete allora voi guerra? Con che? Farete allora voi pace? Con chi? La sedizione vi condurrà alla guerra, la guerra alla ruina. Odo dire a certe timide persone che Tarmarsi è dar so spello e protesto di guerra ad altrui. Ma chi ha mai dannalo alcuno , se pon argine alla casa quando il fiume minaccia? o se taglia i tolti quando l'incendio s’avvicina? Superba troppo ed intollerabile pretensione sarebbe certamente quella di un forestiero che volesse comandarci come e quando noi dobbiamo assicurare lo stalo nostro, e che altra alternativa non ci lasciasse o di starcene di-