64 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI uopo avevan provedulo per ripigliare con molto maggior fervore la guerra, quei magnanimi sforzi non bastarono a raggiungere Io scopo supremo, perchè Italiani e Francesi combattevano per troppo diversi interessi. Fremeva a costoro, più d’ogni altra cosa, la riconquista di Genova ; ed i Veneziani miravan soltanto a ricondurre Francesco Sforza sul trono di Milano. E cosi chi n’andò di mezzo fu la república veneta ; poiché, essendosi il papa rappattumato coll'imperatore, questi ebbe aj>io di accomodarsi anche col re di Francia, ed anzi di stringere con lui un trattato, col quale si volevano obbligare i Veneziani a restituire tutti i porti che occupavano nel regno di Napoli, o per amore, o per forza. Per buona sorte non si lasciò sgomentare la república da siffatte minacce ; e sicura del proprio diritto e della giustizia della propria causa, rispose con quella dignitosa franchezza, con cui s’era tante altre volle onorala e salvata. Non poteva il re di Francia fare un nuovo contralto con chicchessia, senza il consentimento del veneto governo, tanlo più quando doveva implicare delle condizioni di quella natura ! Benché Carlo V fosse venuto in Ilalia con tuli’altra intenzione che di farsi dettar legge dai Veneziani, dovette pur cedere alla forza delle circostanze, non troppo favorevoli al completo adempimento de’suoi vasti ed ambiziosi disegni sulla nostra penisola: e quindi pensò bene di fare di necessità virtù, accontentandosi per il momento del sicuro possesso del regno di Napoli, e serbando per miglior occasione la conquista del Milanese. Perciò dovelle rassegnarsi a proporre egli stesso delle trattative di pace al senato veneto, il quale, con