204 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI che egli faceva dubitare di sua fede; — quando restituì i prigionieri a Maclodio; quando diede nell’agguato a Soncino, e questa. E la signoria veneta non era così buona da dare al caso tutta la colpa. Sicché, già messa in tanto sospetto, l’imputò a tradimento, quando il Carmagnola dato ordine a Cavalcabò di sorprendere Cremona, questi, già impadronitosi di una parte, essendosi i cittadini levati a stormo, pensò bene di abbandonare l’impresa e far ritorno al campo, senza che il Carmagnola tentasse di sostenerlo col grosso dell’esercito. — Cosa d’altronde, che, a considerarla senza sinistre prevenzioni, gli si potrebbe porre benissimo anche a merito di prudenza, tanto più che il governo veneto aveva spento nel Carmagnola l’indipendenza, o diciam pure l’audacia dell’azione, col mettergli intorno due o tre importuni provveditori. E ciò anche senza coniare la circostanza ch’egli aveva la cavalleria ridotta a meno della metà in grazia di una fiera epizoozia, onde furono colpiti in quell’anno quasi tutti i cavalli d’Italia (1). Ma la perdita del Carmagnola era già stala deliberala otto mesi innanzi, quand’egli s’era recato a Venezia per conferire sul progetto della guerra. Diciamo deliberata nella più ampia e precisa significazione della parola, mentre su quest’oggetto il.Senato erasi intrattenuto a consulta per tutta una notte. Sicché il Carmagnola, recatosi all’indomani mattina ad ossequiare il Doge, sapendo che non s’era ancor coricato, gli dimandò sorridente,se doveva augurargli il buon giorno o la buona sera. — Al (1) Cependant Carmagnola expliquoit le repos force qu’il uvait gardii par un motive sans réplique ; une epizoozie avuti, pendant Vóti, frappe tous les chcvaux en Italie : la moitié de sa cavallerie ctait démonlée.—-SlSMONDl.