458 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI di Bressa, o vero alproveditor generai di terra ferma, do-veranno poi da i cadauno drt loro esser trasmessi al magistrato nostro', quelli però che meriteranno la nostra notilia. 17 Per degni rispetti pubblici è stato terminato dal Conseglio de’Pregadi, che il bailo nostro de Costantinopoli possa, in ogni occorrenza, prender da mercanti Ye-neliani, negocianti in Pera, ogni somma di denaro, et quello spendere in donativi et altri regali alla madre, alla favorita del gran Signore, al Visir muftì et altri bassa della Porta, senza obbligo di tener scrittura, così compiendo alla dignità della ’repubblica nostra; ad ogni modo pai-ragionevole che una tanta licenza, che può impegnare il tesoro di un principe, non sia discompagnada da qualche avvertenza che serva di un moderalo ritegno. Però, restando ferma la parte del senato che così dispone, sia per noi terminato che, al ritorno d’ogni Bailo da Costantinopoli, sia fatto chiamar il ragionato che rilaverà servilo, et da lui siano espresse le somme principali del dispendio fatto dal Bailo medesimo et l’entiera somma del denaro maneggiato, perchè, scorgendosi per noi o successori nostri, qualche rilevante svario dal speso dell’antecessore, siano prese quelle deliberationi sul fatto che siano meglio aggiustate al pubblico interesse. 18 L’istessa diligenza sia osservada da noi et successori nostri al ritorno de’consoli nobili nostri, che sono spediti in Soria et Alessandria, et sia fatta inquisitione quanto il console stesso liaverà posto di aggravio sopra li mercanti della natione a lui raccomandali, come anco delle cause di questi imposti aggravii,et, scoprendosi esorbitanza, sia proceduto a formatione di processo per averne l’intiero, et per ridur le cose alla lodevole mediocrità.