550 STORIA DF.L CONSIGLIO DEI DIRCI all’imperatore più facile occasione d'introdursi in Italia.— Parole savissime, ma parole al vento. Intanto il cardinale d’Amboise pressava da ogni parte perchè il trattato fosse al più presto concluso; al quale uopo Massimiliano diede pieni poteri alla sua figlia Margherita d’Austria, duchessa di Savoia. Però, il re d’Ara-gona, di natura sua assai tentennante, tardava a mandare il suo legato, forse per essere padrone di ritirarsi quando il colpo non fosse riescilo a dovere. Lo stesso fece il papa; non perchè fosse anch’egli di carattere perplesso, ma perchè forse già pentito, prevedendo, ora mai, a quali funeste conseguenze poteva condurre la sua avventata deliberazione. Il d’Amboise e Margherita d’Austria, per altro, impazienti di ogni indugio, si radunarono a Cambrai, dove furono costretti di recarsi anche il nunzio pontificio, e l’ambasciatore del re d’Aragona. Siccome, però, non eran questi investili delle necessarie facoltà, per venire ad una decisa deliberazione,, il ministro francese ebbe il coraggio di stipulare, anche a nome della corte di Roma, vantando sfacciatamente di averne il diritto, nella sua qualità di legato a Intere. Si noti come, a coprire quelle conferenze con uno specioso pretesto, il dì 20 dicembre del 1508, si sottoscrisse un trattato per comporre le discordie intorno al ducato di Gheldria ed i Paesi Bassi fra il principe di Spagna, nipote dell’imperatore, che fu poi Carlo V, ed il duca di Gheldria, alleato di Francia. Ma l’ambasciatore veneto, che quivi pure aveva dovuto condursi col ministro francese, forte temeva cho ben altra fosse la cagione di quella solenne adunanza ; indarno, però, si affaticava per venirne al chiaro, tanla era la cura che da