CAPITOLO IV. 87 riescirà a dar novella celebrità nell’ attuai guerra dell’indipendenza ilaliana. Fu da quei tempi die venne istituita l’accademia di Venezia, e che furono notevolmente semplificale le forme della procedura; come appunto di questi tempi Francesco De-Medici, granduca di Firenze, sposò la veneta patrizia Bianca Capello, il cui nome ricorda tanle fortune, tante colpe e tanti dolori, che desta negli animi gentili un senso di ribrezzo misto a pietà veramente ineffabile. La Capello èra donna di straordinarie qualità e di non comuni difetti, onde si prese un gran posto nelle cronache di quei tempi, e porse non istorile argomento ai poeti ed ai romanzieri (1). La pace, di cui tanto vantaggiosamente godeva la república, venne turbala nel 1589 per questione politica religiosa. Ad Enrico 111, assassinalo da un frale, successe al trono di Francia Enrico IV re di Navarra, che era in disgrazia colla corle di Roma, e scomunicalo. Era dunque vielato a tulle le potenze cristiane di riconoscerlo; anzi la sbirraglia gesuitica negava l’assoluzione a tulli quelli che non gli si dichiaravano contro. Ma noi tante volle abbiam visto come il veneto senato siasi sempre dalo gran cura per respingere siffatte pretensioni della corle di Roma, ed era mollo saviamente e mollo deliberatamente dell’avviso che essa non do^ vesse immischiarsi nè punto, nè poco nelle questioni politiche degli altrui Stali. E bensì vero che questa volta, opponendosi alle pretensioni romane, veniva a (1) Fra i tanti, citiamo con singoiar compiacenza la Bianca Capello, dramma ¡storico dell’amico nostro Giuseppe Rovani.