CAPITOLO III. 87 riosi là venne paga. Essa giunse in tempo di veder rotolare giù dai gradini la testa del principe.... 11 di lui cadavere fu trasportato in una piccola barca alla chiesa di San Giovanni e Polo, con soli otto doppieri. Dice il Sanuto, e lo ripete l’Amelol, che, per decreto del Consiglio dei Dieci siasi usato, il 16 aprile d’ogni anno, fare una solenne processione intorno alla piazza di San Marco per festeggiare la benauspicata scoperta della congiura; il Doge doveva andar in chiesa, dove trovavansi già i capi dei Dieci ed i commendatori, con grandi torcine in mano, ma non accese. Per riporre sul sepolcro s’era composto il seguente distico: Dux Venetum iacet hit, patriam qui prodere tentans, Sccptra, decus, censura perdidit, atquc caput. Ma nè anche il pellicciaio rivelatore fu pagato di buona moneta. Grazie al cielo, finora si è sempre visto esser questa l’unica mercede dei traditori : l’esecrazione degli uni, e l’ingrato ma provvidenziale disprezzo degli altri. In premio della sua bella azione, esigeva Beltramo un palazzo ed una contea possedute da Marin Faliero, e caduti in mano del fisco con tutto il resto dei di lui beni (1); una pensione di mille e duecento ducati; ed il diritto di poter far parte del Consiglio; privilegio che corrispondeva al titolo di patriziato a perpetuità, e che, secondo alcuni scrittori, compreso il Saudi, avrebbe anche conseguito (2). Ma egli non ne fu pago, e non mancò di muoverne (1) Tranne duemila ducali e la casa, la quale vuoisi data alla chiesa del Santo Apostolo. (2) Altri, invece, son d’avviso che quel governo, il quale tutto doveva alla di lui rivelazione, trovasse esorbitanti le sue pretenzioni : e solo si limitasse ad accordargli un’annua pensione, da continuarsi però anche nei figliuoli.