158 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI ranza di quivi trovare i capi cospiratori, e di troncar, • per tal modo, il bandolo della congiura. Ma gli uomini posti a guardia del campanile appena ebber visto il Cornino, eran corsi da lei per avvertirla del fatto, e così buona parte dei più gravemente compromessi ebbero tempo di salire sopra una delle loro barche che te-nevan pronte a Rialto, e scampar bravamente da Venezia. Per la qual fuga, com’era ben naturale, rimasero i Dieci orribilmente sconcertati; onde, non restava loro più altro a fare che decidersi ad una pronta perquisizione in casa degli ambasciatori stessi di Spagna e di Francia. Trovavansi presso costui parecchi dei congiurati, tra i quali il Renault, e vennero tutti immediatamente arrestati. Ben si diede a protestare il Bedmar, in nome dei privilegi accordatigli dall’ ¡stessa sua carica, contro la violenza: ma punto non badarono alle di lui parole i soldati (1), i quali, frugando fin nelle stanze più riposte, trovarono armi per olire cinquecento uomini, sessanta petardi, una sterminala quantità di polvere, fuochi di artifizio ed altro.. La Greca, intanto, si evase; ed il consiglio dei Dieci, falle visilare altre case, trovò in quella di certo nobile Valier, olire quattrocento officiali, di diverse nazioni. (1) Nel carteggio del 1618, tra i Dieci ed il senato, si trova, intorno ai riguardi dovuti agli ambasciatori per costume e per diritto delle genti, che, nei casi di lesa maestà, è lecito di usar violenza anehe alle loro case e contro le loro famiglie, però « con la volontà del senato, che ha la cura del governo, perchè da una risoluzione di tal natura potrebbe derivare una aperta e manifesta guerra ».