CAPITOLO X 515 d’ onore, lanrio più male che non i materiali disastri. Ma il peggio si è che insieme alla potestà dei decemviri veniva meno eziandio la forza materiale della república, ond’essa poteva dirsi in uno stalo di assoluto decadimento; e le potenze nemiche non mancarono di trarne tosto il loro vantaggio. A Costantinopoli veniva arrestato il veneto ambasciatore, ed un corpo di truppe ottomane marciava verso la Dalmazia; e la república di San Marco non aveva più forze nè di opporsi a questa militare invasione, nè di farsi rendere giustizia per quella lesione al diritto delle genti; onde altro non le rimaneva che rivolgersi alle altre nazioni per implorare un soccorso, che di solilo vien promesso e non dato, e che questa volta venne nemmanco promesso. Solo il papa si lasciò indurre a mandare qualche sussidio a Venezia, per la sola ragione che aveva a combattere contro infedeli. Per il che noi abbiamo a rimpiangere che i Croati odierni, profanatori di tempii, stupratori di vergini ed uccisori di bambini non siano turchi, ma cristiani, ed avuti in conto di fratelli, al pari di noi, da quel Pio IX cui abbiamo largito qualche encomio nel corso di questa istoria, tanto per pagare anche noi il nostro tributo al sentimento di universale ammirazione che gli professava il móndo intero, e perchè, malgrado la sua posteriore apostasia, non potrà mai negarsi che egli stesso, inconscio forse dell’opera sua, ha pur dato il primo e providenziale impulso all’onda poderosa dell’italiano riscatto, che oramai non è più in sua balìa di arrestare, in quel modo che neppur Dio non può far tornare indietro il tempo trascorso. Ma, se con tanto accorgimento seppero trar partilo gli