STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIÈCI Vollaire ebbe a dire che le sole republiche rendono di tali onori, mentre i re non possono concedere che ricompense. Rianimali per tale vittoria, procedono i Veneziani assai più alacremente nella guerra, e, senza troppo gravi sacrificii, in breve riescono a riconquistare Pre-vesa, Wonizza , il castello d’imoschi, Belgrado, onde già aprivano l’animo alla speranza di riconquistare la Morea. Ma sul più bello, l’imperatore germanico, per provedere ad altri suoi interessi, si mostra disposto a scendere a trattative coi Turchi, malgrado tutte le sollecitazioni in contrario della república che si vedeva, per ciò, minacciala da danni assai gravi. Infatti, sotto gli auspicii dell’ Inghilterra e dell’ Olanda venne convocato un congresso a Passarowitz, il quale non valse, per altro, ad indurre Venezia a sospendere le ostilità. Ma bisognò pure chinare il capo, e rassegnarsi al destino, quando d’un tratto si sparse la notizia che la pace era conchiusa il 21 luglio 1718, e che per essa, nel mentre i Tedeschi avrebber conservate tutte le loro conquiste, i Veneziani dovevano cedere alla Porta tutta la Morea, contro un lievissimo compenso. Ed i poveri Veneziani dovettero proprio rassegnarsi a subire la pace tal quale l’avevano conchiusa i plenipotenziarii. Ben chiedeva in sulle prime il senato di ottenere i suoi antichi possessi di Suda, Spinalonga, Tina e Cerigo, e la restituzione della Morea ; e poi si limitava a Scutari, ♦ lianni Comiti a Sclmllemburgio, summo tcrrestrium copiarum praefedo, ehristianae. reipublicae in Corcyrae obsidione fortissimo assertori t Amine viventi, Senatxit. . Anno MDCCXFIT, ‘