CAPITOLO IJf. 285 presentante, quale deve esser presidio a li opressi, et non di ingiuria a li innocenti. 25.° Se la volontà del liuomo non fosse mutabile sino alla morte, di che in lutti i generi di professione si trovano frequentissimi esempj, sino ad haver tramutalo persone religiose et piissime in heresiarchi sceleratis-simi et deteslandi, non occorrebbe che il magistrato nostro nutrisse più mai alcuna gelosia di quel nobile nostro che di spontanea volontà fosse comparso al tribunale a dare notilia di alcuna lenlatione, che le fosse fatta per nome di ambasciadore de preneipe estero, perchè questo tale potrebbe assomigliarsi al metallo che al paragone havesse mostralo la sua finezza: ma perchè molte volle anco la mensogna sa prender sembianza de verità; sì perchè il conseglio humano è solo patente al signor Dio, mentre molte volle si fìnge non volere ciò che più si procura; resti terminalo che se alcun nobile nostro in avvenire comparisca ad avvertirci di tentatione fattali a nome d’ambasciadori, quando questa tentatione non sij stata finta di ordine nostro per indagalione dell’animo suo, et quando non habbi prestalo un modo sufficiente che segua di fatto la rilentione del tentatore, sij quel nobile posto ’singolarmente in osservanza di duoi raccordami, acciò se la relatione da lui falla fosse mali-liosa et concertosa coll’ambasciadore stesso, ad oggetto di ponersi in credilo di leale et sincero, resti schernita l’arte dall’arte, et l’uno riceva la punitone del suo delitto et l’altro la derisione di sua accortezza. 26.° Un altro accidente di grandissima consideratone, che a pena truova un esempio neH’anlichità, si va frequentando a giorni nostri con pericolo non solo, ma con