50 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Androa Grilli, ed Anioni» Giustiniani, che n’era il podestà; il conle Luigi Avogadro fu decapitalo sulla pubblica piazza, sollo gli occhi del Foix, che ineffabile godimento ritraeva da quel supplizio, e, non mollo di poi, vennero condannali al medesimo desiino anche due di lui figliuoli. Così, era bastalo il valore di Gaslone a disperdere le fiere lempeste che, a danno di Francia s’erano condensale a Bologna ed a Brescia. Chi sa quali desiini si sarebbero compiuti, allora, a danno della misera Italia, se il re d’Ungaria, cedendo alle vive sollecitazioni del papa, in quel terribile frangente non si fosse dichiaralo contro Francia, alla quale rimase, in tal modo, per solo ed ultimo allealo, il duca di Ferrara. Non per queslo Luigi si diè per perduto; che anzi, essendogli stati dal concilio lolli gli scrupoli che aveva a combattere contro il pontefice, diè ordine a Gaslone di conquistar pure le terre della Chiesa. Ond’è che nel mese di aprile, l’armata francese giunse a Finale con sì forte apparecchio d’artiglieria, che le truppe alleate, non essendo ancora raggiunte dal tanto spettalo sussidio dei 6,000 Svizzeri, badarono solo ad evitare lo scontro, e prudentemente piegarono verso Imola, quando seppero l’esercito nemico esser giunto a Castel Guelfo. Ma Gastone, ansioso, per mille ragioni, di venir presto alle mani, si portò difilato so Ito Ravenna, e, per non perder tempo, fe’ subilo dar di piglio al cannone. Fabrizio Colonna, strepitava perchè non si aspettasse più oltre a rispondere a così vivo attacco, e si uscisse una volta alla battaglia; ma Pietro INavarra, mosso da perversa ambizione, credendo di acquistar tanta maggior gloria al nome spagnuolo quand’egli avesse vinto dopo che gli Italiani fossero