254 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI espositori dei fasti dell’augustissima casa di Savoia! Dopo il duca, venne il papa a fare un’ingiuria imperdonabile al veneto governo coll’ordinare che si sopprimesse da una sala del Valicano certa inscrizione destinata a perpetuare la memoria dei servigi resi dalla república a papa Alessandro 111. Come ognuno può figurarsi , il veneto ambasciatore mosse, per quel fatto, altissime querele, e, fra pochi giorni, ebbe ordine di partir tosto da Roma senza nemmanco compiere la formali là di chiedere il suo congedo, mostrando così che ogni amichevole rapporlo fra le due potenze veniva bruscamente interrotto. E un tal malumore durò per ben dieci anni, finché il successore InnocenzoX non pensò bene di rimettere l’iscrizione a suo posto. Eppure Pllalia, in quei tempi, avrebbe dovuto essere occupata ben altrimenti che in coleste miserie, poiché era travagliata dalla peste a un punto che la sola Venezia, per testimonianza del Nani, ebbe a perderne oltre sessanlamila abitanti, che vuol dire un quarlo della popolazione. Intanto nuovi e gravissimi falli s’andavan compiendo. I Turchi, con uno straordinario apparalo di forze, si accinsero ad assalire l’isola di Candia. Al cospelto di sì formidabile nemico, Venezia cadde in una profonda costernazione, ed il senato, contando assai più sul numero degli avversari che sul valore e l'entusiasmo dei suoi, quasi all’unanimilà decretò essere affatto temerario ogni tentativo di difesa; doversi, quindi, a risparmio di tanti inutili eccidii chinare il capo dinanzi alla superiorità delle forze, e cedere; come se questa fosse l’ineluttabile sentenza del fato. I governi e gli uomini così detti speculativi, coloro che, ostentando un mise-